“Lo Stretto di Messina è un tratto di mare particolare. Non c’è solo concretezza materiale ma c’è anche concretezza spirituale. Come il resto della Sicilia, lo Stretto è costellato di miti, di leggende, di luoghi che hanno dato adito a poeti, a scrittori, a tradizioni, dalle età più remote fino a quel poema moderno che è l’Horcynus Orca. Questi miti, queste leggende, hanno contribuito a scrivere delle pagine inconfondibili di storia, di letteratura ma anche di mito. Quindi è un’area estremamente interessante da molti punti di vista. Perciò, quando mi è stata proposta questa iniziativa l’ho sposata immediatamente come direttore della Sovrintendenza del Mare perché conoscevo da archeologo e da storico la ricchezza del mito nella zona dello “Scill’e Cariddi, per dirla con Stefano D’Arrigo, ma anche perché conoscevo l’ideatore del progetto, Sergio Palumbo, che nella sua lunga e corposa carriera di operatore culturale ha sempre avuto un filo conduttore: quello dell’amore per la sua città e per il suo territorio, Messina e lo Stretto di Messina. Palumbo ha voluto raccogliere tutto ciò che riguarda questo microcosmo ambientale e culturale mediante un singolare museo multimediale. Uno dei compiti della Sovrintendenza del Mare da quando è stata creata non è solamente di cercare sui fondali cimeli e oggetti da recuperare e da studiare e da portare poi nei musei ma pure di valorizzare la storia, la letteratura e il mito connessi con il mare. Siamo pertanto felicissimi di poter catalizzare le risorse del territorio attraverso progetti come il dvd per le scuole “Lo Stretto di Messina, un luogo nel mito” e il Museo virtuale “Orion”.
E consentitemi di chiudere con una visione suggestiva dello Stretto citando un poeta, Bartolo Cattafi. «Correnti marine, venti, vortici, leggende e terrori sono simboli di come la natura dia intensità drammatica, alone di avventura e confini non misurabili a questo braccio di mare. La breve Fata Morgana assai di rado, nelle giornate di caldo e di gran calma, meravigliosamente ravvicina agli occhi dei reggini, come attraverso una lente, la costa siciliana. Riavvicinamento precario, sospeso a una favola dell’atmosfera, a un’opera di magia”.
Sebastiano Tusa
Già Assessore Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana